Compiono abomini e continuano a esercitare il loro ministero come se niente fosse; non temono Dio o il suo giudizio, ma temono soltanto di essere scoperti e smascherati
Come da consuetudine, questa mattina, Papa Francesco ha ricevuto i cardinali e i capi dei dicasteri della Curia Romana per gli auguri di Natale. L’udienza si è tenuta nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Diversi i temi trattati da Papa Francesco nel messaggio augurale rivolto ai presenti.
Dopo aver ringraziato per il prezioso lavoro svolto in quest’anno ha presentato il nuovo Sostituto della Segreteria di Stato Mons. Edgar Peña Parra. Il prelato, che succede al cardinale Angelo Becciu, proviene dal Venezuela e ha iniziato il suo servizio il 15 Ottobre. La scelta sarebbe ricaduta su di lui per la “necessità di aprire sempre più gli orizzonti fino ai confini della terra”, ha sottolineato il Papa.
Il senso del Natale: Chiesa santa ma necessita di purificazione
Poi, ha ricordato il senso del Natale, una festa che invita a rinnovare l’impegno della Chiesa ad annunciare Cristo che è la “luce” del mondo. Ha richiamato, innanzitutto, la prima Lettera ai Corinzi di San Paolo dove la Chiesa viene descritta come “santa e immacolata” ma anche come “bisognosa di purificazione” e dunque composta da peccatori. Quindi il monito forte: “L’essere cristiani, in generale, e per noi in particolare l’essere unti, consacrati del Signore non significa comportarci come una cerchia di privilegiati che credono di avere Dio in tasca, ma da persone che sanno di essere amate dal Signore nonostante il nostro essere peccatori e indegni. I consacrati, infatti, non sono altro che servi nella vigna del Signore che devono dare, a tempo debito, il raccolto e il ricavato al Padrone della vigna”.
Il problema dei migranti
Papa Francesco ha dunque ricordato “le afflizioni” della Chiesa in questo contesto storico e soprattutto vissute nell’ultimo anno appena trascorso. In primis, si è soffermato sul problema dei “migranti”, la piaga che affligge l’Europa in questo secolo. Una piaga, questa, che è causata dalla “paura” e dal “pregiudizio”, secondo il Pontefice. Nel messaggio, rivolto ai presenti, una denuncia chiara e articolata in un succedersi di esclamazioni.
“Quante persone e quanti bambini muoiono ogni giorno per mancanza di acqua, di cibo e di medicine! Quanta povertà e miseria! Quanta violenza contro i deboli e contro le donne! Quanti scenari di guerre dichiarate e non dichiarate! Quanto sangue innocente viene versato ogni giorno! Quanta disumanità e brutalità ci circondano da ogni parte! Quante persone vengono sistematicamente torturate ancora oggi nelle stazioni di polizia, nelle carceri e nei campi dei profughi in diverse parti del mondo!”
Gli scandali degli abusi di potere, di coscienza, sessuali
Papa Francesco ha, poi, ricordato i “martiri” che in ogni parte del mondo devono difendere la loro fede, discriminati, perseguitati e a volte anche fino alla morte. La loro buona testimonianza e quella di tanti “buoni samaritani” è vanificata, però, dagli scandali e dalla “contro-testimonianza” di tanti.
Un richiamo, quindi, alla figura biblica del Re Davide “unto del Signore” e al suo “triplice” peccato e un paragone con la realtà odierna e ai tanti “uomini consacrati, che abusano dei deboli, approfittando del proprio potere morale e di persuasione”. Quello di Davide, ha spiegato il Papa con una breve catechesi, non era solo un peccato sessuale. Il re commise anche un “abuso di potere” e una “abuso di coscienza”. Il Papa allude, evidentemente, agli uomini di Chiesa preposti alla guida della comunità che “compiono abomini e continuano a esercitare il loro ministero come se niente fosse; non temono Dio o il suo giudizio, ma temono soltanto di essere scoperti e smascherati“.
Gratitudine ai giornalisti. La loro opera indispensabile
Cambia la marcia, avverte il Papa. In passato si sono coperti i responsabili di questi gravi delitti “per leggerezza, per incredulità, per impreparazione, per inesperienza”. Ora “ciò non deve accadere mai più. Questa è la scelta e la decisione di tutta la Chiesa”. Il Papa ha rivolto, poi, un ringraziamento a favore degli operatori della comunicazione. La loro opera è stata indispensabile per smascherare i colpevoli degli abusi. Bergoglio ha esortato coloro “che sono stati onesti e oggettivi e che hanno cercato di smascherare questi lupi e di dare voce alle vittime” a non tacere e a portare sempre alla luce “la verità”. Ha chiesto anche di saper discernere “i casi veri distinguendoli da quelli falsi, le accuse dalle calunnie, i rancori dalle insinuazioni, le dicerie dalle diffamazioni. Un compito assai difficile, in quanto i veri colpevoli sanno nascondersi scrupolosamente”.
Contro la piaga dell’infedeltà
Il discorso è proseguito sottolineando l’altra piaga dell’infedeltà. Con un richiamo all’insegnamento della Bibbia e di Sant’Agostino sul “grano e la zizzania” si è scagliato contro coloro che “tradiscono la loro vocazione, il loro giuramento, la loro missione, la loro consacrazione a Dio e alla Chiesa”. Con l’annotazione “dietro questi seminatori di zizzania si trovano quasi sempre le trenta monete d’argento”.
I peccati non oscureranno la bellezza della Chiesa
Solo alla fine, il Papa ha richiamato le “numerose” gioie di quest’anno vissute nella comunità ecclesiale. Tra queste: il Sinodo dedicato ai giovani, e gli sforzi compiuti nell’iter di riforma della curia romana. Ma soprattutto, tra le gioie annoverate dal Papa ci sono i Beati, i Santi, i Martiri, queste “pietre preziose” che continuano ad adornare il volto della Chiesa. Ci sono i battezzati, giovani e anziani, padri e madri, le famiglie cristiane dove la fede viene veramente vissuta. E ci sono consacrati, vescovi, sacerdoti “che lavorano pazientemente, per amore a Cristo e al suo Vangelo, a favore dei poveri, degli oppressi e degli ultimi, senza cercare di mettersi sulle prime pagine dei giornali o di occupare i primi posti”.
Il discorso si è concluso con il vero augurio del Papa, ispirato dalla fede: “la luce di Dio continuerà a brillare nonostante la nostra miseria umana”. C’è “la certezza che la Chiesa uscirà da queste tribolazioni, ancora più bella e purificata e splendida. Perché tutti i peccati, le cadute e il male commesso da alcuni figli della Chiesa non potranno mai oscurare la bellezza del suo volto”.
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