Prosegue il Viaggio Apostolico in Macedonia di Papa Francesco che, oggi pomeriggio, ha incontrato i giovani a Skopje. Accolto da due ragazzi e dal vescovo Kiro Stojanov, il Santo Padre ha raggiunto il podio. Ha ascoltato le testimonianze di una coppia di rito misto, di una musulmana, e di una cattolica di rito bizantino.
Nel discorso rivolto ai presenti, e parlando della gioventù dei nostri giorni, ha affermato che occorrerebbe ricominciare a “sognare”. La perdita “della capacità di sognare” è tra i principali mali che attanagliano le nuove generazioni, secondo Papa Francesco. E la conseguenza è la caduta in una sorta di “rassegnazione” che equivale a “darsi per vinti”. Chi assume questo atteggiamento arrendevole è reo, solitamente, di seguire la “dea lamentela”.
L’esempio di Madre Teresa di Calcutta
Papa Francesco ha definito, poi, lo stile caratterizzante un vissuto giovanile: “a voi giovani piacciono le avventure”. E sapendo che un “altro mondo è possibile” è bello ad auspicabile, per Bergoglio, esserne pienamente protagonisti. Con il “lavoro”, con il proprio “impegno”, i giovani possono essere artefici di una nuova civiltà. Questo va fatto imitando il lavoro degli artigiani, degli scultori, con tanto entusiasmo e pazientemente, “rinunciando alla fretta”, avverte il Papa.
E addita madre Teresa di Calcutta come esempio da seguire. Lei che voleva essere una “matita nelle mani di Dio” ha inseguito il suo “sogno” senza arrendersi mai. E ha scritto, “con quella matita pagine inedite e stupende”.
I giovani nani sulle spalle dei giganti
Tutto ciò, avverte Papa Francesco, non può essere fatto in solitudine, “senza comunità”. Occorre “sognare insieme”. Afferma Bergoglio di apprezzare molto lo stile del confronto, del “faccia a faccia”. Soprattutto la saggezza degli anziani e dei nonni può offrirci molto. A questo proposito ha citato il detto che afferma “un nano può vedere più lontano stando sulle spalle dei giganti“.
Alla fine, dopo aver ringraziato, ha sintetizzato la caratteristiche dell’età giovanile: “inquietudini, sogni, ricerca”. Questi sono i presupposti, il “terreno fecondo”, gli ingredienti per “fare grandi cose”. Ai giovani ha rivolto l’augurio di sapersi prendere per mano nei momenti più difficili e sapersi ricordare che “c’è Qualcuno che vi vuole vivi!”.
Dopo il discorso pronunciato dal Santo Padre è stata recitata la preghiera di Santa Teresa di Calcutta “Ti occorrono le mie mani”. Il vescovo di Skopje ha accompagnato Papa Francesco nella Cattedrale intitolata al Sacro Cuore. Qui avrà luogo l’incontro con sacerdoti, religiosi e famiglie.
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