“Atti disumani, mai giustificabili”. Con queste parole Papa Francesco, al termine del Regina Coeli del Lunedì dell’Angelo, ha definito gli attacchi terroristici che hanno colpito tre chiese nello Sri Lanka, nella notte di Pasqua, causando oltre 320 morti. Due esplosioni si sono verificate nella chiesa di Sant’Antonio, nella capitale, Colombo, e nella chiesa di San Sebastiano a Negombo, città che si trova a nord della capitale dello Sri Lanka. Una terza a Batticaloa. Le autorità hanno proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale, in occasione dei funerali per i caduti della chiesa di Negombo.
La solidarietà di Papa Francesco
Da Francesco l’invito rivolto a tutti a condannare “questi atti terroristici”. Il pontefice ha espresso la sua “vicinanza spirituale e paterna al popolo dello Sri Lanka”. Si è detto “molto vicino” al cardinale Malcolm Ranjith Patabendige Don e a tutta la Chiesa arcidiocesana di Colombo. Da Francesco la preghiera per le “numerosissime vittime e feriti”. “Chiedo a tutti di non esitare a offrire a questa cara nazione tutto l’aiuto necessario”. Un appello era stato lanciato dal Papa anche al termine del messaggio Urbi et orbi, nella domenica di Pasqua. Francesco aveva comunicato di aver appreso con “tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati” che “hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka”. Il Papa ha poi espresso la sia “affettuosa vicinanza” alla comunità cristiana, “colpita mentre era raccolta in preghiera e a tutte le vittime di così crudele violenza”. Ancora una volta il pontefice ha “affidato al Signore quanti sono tragicamente scomparsi”, pregando “per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento”.
Uniamoci anche oggi in preghiera con la comunità cristiana dello Sri Lanka colpita da una violenza cieca nel giorno di Pasqua. Affidiamo al Signore risorto le vittime, i feriti e la sofferenza di tutti. #PrayForSriLanka
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 22 aprile 2019
Le reazioni nel mondo
Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, all’indomani degli attentati terroristici, esorta i cattolici a non cercare vendette e ritorsioni. Dopo che tutti i funerali saranno celebrati “dobbiamo tornare alla normalità e riconciliarci tra noi – afferma -. Se qualcuno ha commesso un errore deve essere punito solo dalla legge”. Sul “preallarme” che “si verificasse un simile incidente”, il porporato ha affermato che “se era noto perché non hanno impedito l’attacco e perché hanno agito in questo modo?”. Agli appelli di Papa Francesco, si sono uniti anche quelli dei patriarchi di Costantinopoli e Mosca, dell’arcivescovo di Canterbury e del Consiglio mondiale delle Chiese. In particolare, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo ha espresso “profondo dolore” per gli attacchi terroristici compiuti in Sri Lanka e ha invitato tutti a “cooperare per costruire la coesistenza pacifica e la collaborazione attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”. Il patriarca di Mosca Kirill ha, invece, inviato un messaggio di condoglianze al presidente della Repubblica dello Sri Lanka, Maithripala Sirisene. Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) in una nota ha ribadito che “tali atti di violenza minano la sacralità della vita umana e costituiscono un sacrilegio in molti sensi”.
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