‘Vite in gioco – il ruolo di San Camillo de Lellis‘: è il titolo del documentario firmato da Telepace, in collaborazione con l’Ufficio Comunicazione della Provincia Siculo-Napoletana dei Religiosi Camilliani, per l’occasione della Memoria Liturgica del Santo festeggiata il 14 luglio di ogni anno. Al centro del percorso ci sono le testimonianze di alcuni infermieri dell’Ospedale M. G. Vannini di Roma che riflettono sulla propria quotidianità, sulle speranze future e sulla vocazione alla base del loro lavoro per garantire non solo cure, ma anche amore e tenerezza. “Essere infermieri – dicono – non è solamente una professione, ma una vera e propria missione”. Tra turni serrati, stress psicofisico ed emotivo e riconoscimenti non sempre adeguati, sono persone che ogni giorno danno la propria vita per gli altri. Un prezioso contributo quotidiano, che è diventato ancor più evidente nella fase acuta dell’emergenza Covid-19 che li ha visti impegnati in prima linea.
“Anche senza saperlo, tutti gli operatori sanitari testimoniano il carisma di San Camillo”, affermano i religiosi Camilliani nel documentario. Un carisma che trova compimento nel cosiddetto quarto voto professato dall’Ordine dei Ministri degli Infermi accanto a quelli di povertà, obbedienza e castità. Un voto che parla dell’assistenza ai malati “anche con il rischio della vita”, ovvero senza risparmiare la propria esistenza. Già nel 1613 San Camillo scrisse le Regole per servire gli inermi con ogni perfezione, che sono una delle prime testimonianze esistenti di tecniche infermieristiche. Il fondatore dell’Ordine dei Camilliani non si limitò però ad una mera assistenza fisica, prevedendone una anche spirituale che curasse il malato a tutto tondo.
Il documentario si snoda tra la vita quotidiana degli infermieri, aneddoti sulla biografia del Santo e riflessioni di carattere spirituale – grazie alla partecipazione dei cappellani dell’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma – per affrontare l’attualità del carisma camilliano e la venerazione di questa figura. In particolare, presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma, dove sono custodite alcune reliquie di San Camillo. “Qui tanti malati portano le loro angosce, le loro sofferenze e le loro speranze”, spiega padre Gianfranco Lunardon, segretario generale dei Camilliani. “È anche meta di persone che si occupano della cura dei malati – prosegue – e di fedeli che tra i loro affetti hanno persone che soffrono di malattie biologiche e di disturbi come depressione, stanchezza e frustrazione”.
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