“Con parole ispirate a San Francesco” nella Piazza Nezavisimost di Sofia, in Bulgaria, esponenti di varie confessioni religiose hanno pregato per la pace. L’incontro è stato presieduto da Papa Francesco e questo è l’ultimo degli eventi previsti in Bulgaria.
A simboleggiare la pace era presente sul palco una pianta d’ulivo, assieme alle rose simbolo, invece, della Bulgaria. All’inizio è stato letto il Cantico delle Creature, scritto dal poverello d’Assisi che, come ha detto Papa Francesco, era “grande innamorato di Dio Creatore e Padre di tutti”. Recitato il Salmo 122 sono state accese sei fiaccole ed un cero che significavano le confessioni religiose riunite nell’odierna preghiera. Ortodossi, protestanti, ebrei, armeni, cattolici e musulmani si sono uniti in una supplica per la pace.
Chiamati ad essere artigiani di pace
Dopo la Preghiera di San Francesco, Papa Francesco ha pronunciato il suo discorso. Fu l’amore di San Francesco che lo portò, ha detto, ad “essere un autentico costruttore di pace”. E tutti, ha proseguito, sono chiamati ad essere, come lui, “artigiani” di pace. Questa va implorata perchè è “dono” che viene dall’alto. Ma è anche un “compito”, uno “sforzo” da compiere tutti i giorni. Va costruita una “cultura” della pace. Ogni persona, ha affermato Papa Francesco, ha una “dignità inviolabile”. Nel preservarla, costruiamo la pace che si contrappone a ogni forma di “egoismo”.
Bergoglio ha richiamato nel discorso quanto scritto nel documento firmato ad Abu Dhabi lo scorso febbraio: “La pace esige” il “dialogo”, ed esige “conoscenza reciproca”. E poi, spiegando il significato delle fiaccole usate durante la celebrazione in corso ha detto: “il fuoco dell’amore” che rechiamo in noi deve diventare “faro di misericordia, di amore e di pace”. Con lo stesso fuoco possiamo contrastare il “gelo delle guerre”.
Papa Francesco ha ricordato che l’evento odierno si svolge ove ci sono le “rovine dell’antica Serdika”, nell’antica capitale della Dacia. Qui sono presenti diversi luoghi di culto appartenenti alle diverse confessioni religiose. Il posto è stato nei secoli crocevia di culture diverse e di religioni, e qui c’è stato un confronto.
“Le nostre voci si fondono e all’unisono esprimono l’ardente desiderio della pace” ha detto, infine, il Papa. E ricordando il grande desiderio di Giovanni XXIII, ha esortato a dire con la vita: “Pacem in terris!”.
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