Bagno di folla nella Piazza Knyaz Alexandar a Sofia, in Bulgaria, per Papa Francesco. Poi, la celebrazione della Santa Messa da lui presieduta. All’inizio dell’omelia si è rivolto ai fedeli presenti ricordando che “Cristo è risorto”. Questo è un “meraviglioso saluto” in uso tra “i cristiani nel vostro paese” ha aggiunto il Santo Padre. E ha commentato il Vangelo della liturgia odierna in cui viene narrata la terza apparizione di Cristo, ai suoi, dopo la Pasqua. Il testo dell’evangelista Giovanni, secondo Papa Francesco, ricorda ai cristiani che “Dio chiama, Dio sorprende, Dio ama”.
Dio chiama
La narrazione è ambientata tra le rive del lago di Galilea dove, precedentemente, Pietro era stato chiamato da Cristo a “diventare pescatore di uomini”. Dopo le varie vicissitudini della Pasqua, l’apostolo è deluso, ferito. Sa di aver tradito e ora “riprende in mano le reti a cui aveva rinunciato per Gesù”. Vuole ritornare alla propria vita quotidiana. Papa Francesco ha messo in guardia dalla “tentazione” di voler “tornare alle cose di prima”. La Bibbia, sovente, scoraggia i cristiani da questa “nostalgia del passato”. Questa sorta di “rassegnazione”, ha ricordato Bergoglio, “corrode ogni speranza”. Le comunità devono abbandonare questo atteggiamento che è sintomatico di una fede che “si va esaurendo” e “degenerando in meschinità”. In questo “fallimento di Pietro” si inserisce, nuovamente, la chiamata di Cristo. “Il Signore non si stanca di chiamare” ha rassicurato il Papa e ha aggiunto “Dio cerca di dare sempre una possibilità”.
Dio sorprende
Nell’atto di chiamarci, ha proseguito il Santo Padre, Dio sa anche sorprenderci. L’episodio narrato nella liturgia odierna conferma che Dio sa rompere le nostre “chiusure paralizzanti”. Quando, stranamente, chiede agli apostoli di “pescare di giorno” li sta invitando a “rischiare” e a mettere da parte l’atteggiamento del “si è sempre fatto così”.
Dio ama
Infine, Papa Francesco ha sottolineato la “terza certezza” emergente dal Vangelo: “Dio ama”. Alla richiesta di Gesù “Mi ami?” Pietro risponde “Tu conosci tutto”. In questo c’è un riconoscimento della sua “fragilità” e del bisogno di ricevere forza dall’alto. “Essere cristiano”, ha commentato Francesco, vuol dire “avere fiducia in un Amore” divino che è “più grande di ogni limite o peccato”.
Bergoglio ha concluso la sua omelia in Piazza Knyazn Alexandar esortando i cristiani a lasciarsi guidare da questo Amore. E ha ricordato i “testimoni della Pasqua” vissuti in terra di Bulgaria e i loro “capolavori magnifici, ispirati da una fede semplice e da un amore grande”. L’invito è ad una rinnovata giovinezza per “la forza dello Spirito”. In sintesi: “Chiamati, sorpresi e inviati per amore!”.
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