Stamattina, alla filmoteca Vaticana, è stato presentato in anteprima il film-documentario su San Giovanni Battista dal titolo “Il Precursore”. In questo progetto, che ha scopo divulgativo, si fondono genere documentario e cinematografico. Lo ha rilevato anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura, che compare nel film in qualità di esperto di Sacra Scrittura.
Le testimonianze degli esperti
Motivando la scelta del soggetto, innanzitutto, il cardinale ha puntualizzato: “Giovanni Battista è una figura significativa nella storia di Cristo e nella storia della cultura”. E, poi, ha spiegato la genesi del prodotto. Il regista – ha raccontato il prelato esegeta – ha chiacchierato a “lungo” con lui sulla figura del Battista. Si è posto in condizione di ascolto, non conoscendo in profondità la tematica. E ha cercato di “estrarre dal mio discorso”, continua, “un ritratto” del Precursore. Nel documentario, la voce di Ravasi si accompagna a quella di altri autorevoli esperti e studiosi. Gli interventi sono del vescovo Nazzareno Marconi (biblista), Emanuela Prinzivalli (storica del cristianesimo) e di Pierlugi Guiducci (storico della Chiesa).
Raccontare la fede con un linguaggio moderno
La Fondazione vaticana San Giovanni XXIII è tra i produttori dell’opera, assieme a Officina della Comunicazione che rinnova la sua collaborazione con Vatican Media e il Dicastero per la Comunicazione. C’è la “volontà di parlare agli uomini e alle donne, e ai ragazzi del nostro tempo” con un linguaggio moderno, comprensibile, adatto a questo “nostro tempo”, ha spiegato Paolo Ruffini. Il Prefetto del Dicastero della Comunicazione ha puntualizzato: “Questi prodotti raccontano la nostra storia e la nostra fede con il linguaggio giusto”.
Il film si sviluppa in 55 minuti. Mons. Dario Viganò, promotore del progetto, chiarisce la scelta stilistica di voler miscelare testimonianze di esperti, scene di “fiction” e animazioni con funzione didascalica. Con ciò si è voluto aiutare, al meglio, lo spettatore a “comprendere” la figura del protagonista, e dunque “il contesto storico-culturale dentro cui si sviluppa la vicenda del Battista”.
Il progetto, ha ricordato l’assessore del Dicastero per la Comunicazione, nasce tanti anni fa da un’intuizione di Renato Poletti. Tanti i collaboratori che si sono prestati, intessendo tra loro relazioni amicali in questo lungo arco di tempo. E ha ricordato, tra questi, don Franco Perazzolo “a cui il film è dedicato e che ci ha lasciato troppo presto”.
L’intenzione alla fine – ha affermato mons. Viganò – è quella di accendere i riflettori sui “secondi”. Vero è che questi personaggi “anticipano” a fanno da apripista per gli eventi. Ma sono figure “laterali”, “secondarie” appunto, con la funzione e la capacità di “illuminare i grandi protagonisti della Storia della Salvezza”.
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