Si è concluso l’incontro interreligioso negli Emirati Arabi Uniti con Papa Francesco, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il Grande Imam di al-Azhar, al Founder’s Memorial di Abu Dhabi. Lì Francesco – il primo Papa a visitare la penisola arabica – ha tenuto il suo primo discorso, in cui ha condannato la guerra, il terrorismo e ogni violenza. “Per salvaguardare la pace, abbiamo bisogno di entrare insieme, come un’unica famiglia, in un’arca che possa solcare i mari in tempesta del mondo: l’arca della fratellanza”. Infine, la firma del Documento sulla Fratellanza Umana.
Ore 17.15 – Firma del Documento comune – “Adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio”. Nel testo del documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato dal Papa e dal Grande Imam di Al-Azhar, vengono indicati tre principi. L’impegno comune è quello di “diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive”. Il documento – ha commentato Alessandro Gisotti, direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede – rappresenta “un passo di grande importanza nel dialogo tra cristiani e musulmani e un potente segno di pace e di speranza per il futuro dell’umanità”.
In nome di Dio… -con i musulmani d’Oriente e d’Occidente–, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio. pic.twitter.com/aSNatfXGIL
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) 4 febbraio 2019
Ore 16.40 – Papa Francesco: “smilitarizzare il cuore dell’uomo”. Francesco ha indicato l’esigenza di “una convivenza fraterna, fondata sull’educazione e sulla giustizia”; “uno sviluppo umano, edificato sull’inclusione accogliente e sui diritti di tutti”. Poi, ha indicato un “compito non più rimandabile per le religioni”: “Contribuire attivamente a smilitarizzare il cuore dell’uomo”. “La corsa agli armamenti, l’estensione delle proprie zone di influenza, le politiche aggressive a discapito degli altri non porteranno mai stabilità. La guerra non sa creare altro che miseria, le armi nient’altro che morte”. Subito dopo, il Papa ha rivolto il suo pensiero allo Yemen, alla Siria, all’Iraq e alla Libia.
Ore 16.30 – Papa Francesco: “costruire ponti fra i popoli e le culture”. Continuando il suo discorso il Papa ha affermato che “le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture”. “Le religioni siano voce degli ultimi, che non sono statistiche ma fratelli, e stiano dalla parte dei poveri; veglino come sentinelle di fraternità nella notte dei conflitti”.
Dio sta con l’uomo che cerca la pace. E dal cielo benedice ogni passo che, su questa strada, si compie sulla terra. #UAE #ApostolicJourney
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 4 febbraio 2019
Ore 16.20 – Il discorso del Papa “credente assetato di pace”. Una condanna di ogni forma di violenza in nome di Dio è stata pronunciata dal Papa nel suo discorso durante l’incontro interreligioso al Founder’s Memorial. “È una grave profanazione del Nome di Dio utilizzarlo per giustificare l’odio e la violenza contro il fratello – ha detto Francesco -. Non esiste violenza che possa essere religiosamente giustificata”. Così il pontefice ha indicato il “compito urgente” delle religioni: “Costruire ponti fra i popoli e le culture”. Indicando il logo del viaggio, cioè la colomba della pace, il Papa ha affermato che “la pace, per spiccare il volo, ha bisogno di ali che la sostengano. Le ali dell’educazione e della giustizia”. “Pace e giustizia sono inseparabili!”, ha esclamato Francesco.
Ore 15.40 – L’incontro interreligioso al Founder’s Memorial. Il Papa si trova al Founder’s Memorial, dove terrà il suo primo discorso negli Emirati Arabi, davanti a 700 leader di differenti confessioni religiose, tra cui alcuni rabbini. Al loro arrivo al Founder’s Memorial, il Papa e il Grande Imam sono stati accolti dal principe ereditario, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Dopo gli indirizzi di saluto del principe ereditario e del Grande Imam, Francesco pronuncerà il suo discorso, seguito dalla proiezione di un video.
Mano nella mano #PopeFrancisInUAE
#HumanFraternityMeeting
#البابا_فرنسيس_في_الإمارات pic.twitter.com/uWDjCVQ6mX— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) 4 febbraio 2019
Ore 15 – L’incontro con i membri del Muslim Council of Elders. È appena terminato l’incontro privato con i membri del Muslim Council of Elders. L’inizio era previsto per le 16.45 locali (13.45 ora di Roma). Il Papa ha raggiunto in auto la Gran Moschea del principe ereditario Zayed. Al suo arrivo Francesco è stato accolto all’ingresso del Mausoleo dello sceicco dal Grande Imam di al-Azhar e dai ministri degli Affari Esteri, della Tolleranza e della Cultura. Dopo aver visitato la tomba dello Sceicco, il Papa è salito assieme al Grande Imam a bordo di una golf cart e ha raggiunto il cortile della moschea, dove si è svolto l’incontro interreligioso privato con i membri del Muslim Council of Elders – informa la Sala stampa della Santa Sede -. Al termine dell’incontro, il pontefice, accompagnato dal Grande Imam di al-Azhar e dai tre ministri, è entrato nella moschea e, dopo averla attraversata, ha raggiunto l’auto che lo ha portato al Founder’s Memorial.
“L’incontro del Santo Padre con il Muslim Council of Elders è durato circa 30 minuti – informa il direttore ad interim della Sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti -. Si è svolto in un clima particolarmente cordiale e fraterno. È stata sottolineata l’importanza della cultura dell’incontro per rafforzare l’impegno per il dialogo e la pace. Il Papa ha quindi visitato la Grande Moschea, accompagnato dal Grande Imam di Al-Azhar, prima di rendere omaggio alla tomba del Fondatore degli Emirati Arabi Uniti”.
Il programma del Viaggio di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti
Ore 9.50 – La firma sul Libro d’onore. Al termine dell’incontro privato con il principe ereditario, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, il Papa ha scritto a mano – in inglese – un messaggio a corredo della firma apposta al Libro d’onore. “Con gratitudine per il vostro caloroso benvenuto e la vostra ospitalità, e con l’assicurazione del ricordo nelle mie preghiere, invoco su Vostra Altezza e su tutto il popolo degli Emirati Arabi Uniti le divine benedizioni della pace e della solidarietà fraterna”. Dopo la Firma del Libro d’onore e lo scambio dei doni, Francesco si è congedato dal principe ereditario ed è rientrato all’Al Mushrif Palace, residenza d’onore per gli ospiti illustri, come i capi di Stato.
Ore 9 – Cerimonia di benvenuto e visita ufficiale al principe ereditario. Si è conclusa da poco la cerimonia di benvenuto di Papa Francesco nel Palazzo presidenziale di Abu Dhabi, secondo momento ufficiale del viaggio apostolico negli Emirati Arabi, dopo la cerimonia di accoglienza, che si è svolta ieri sera. Dopo essere stato scortato per tutto il tragitto dalle guardie presidenziali a cavallo fino all’ingresso principale del palazzo, Francesco è sceso dalla macchina alle 12.10 (le 9.10 in Italia) ed è stato accolto dal principe ereditario, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Subito dopo il saluto della Guardia d’onore, con l’esecuzione degli inni e la presentazione delle rispettive delegazioni. A seguire, l’incontro privato con il principe ereditario nel palazzo, al termine del quale, prima dello scambio dei doni, il Papa ha firmato il Libro d’onore.
LO STORICO VIAGGIO DEL PAPA, ATTESI IN 130MILA ALLA MESSA
Cosa dice la stampa locale… 🇦🇪 #PopeFrancisInUAE#HumanFraternityMeeting#البابا_فرنسيس_في_الإمارات pic.twitter.com/koi0rW6jhy
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) 4 febbraio 2019
L’arrivo del Papa ad Abu Dhabi – Il Papa è arrivato ieri sera alle 22 (le 19 in Italia) negli Emirati Arabi Uniti, méta del suo 27° viaggio apostolico. Al suo arrivo ad Abu Dhabi, il Papa è stato accolto dal principe ereditario, lo sceicco Mohammed bin Zayed. Subito dopo, l’abbraccio con il Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, che lo accompagnerà in ogni momento pubblico del viaggio. La cerimonia di accoglienza ufficiale non ha previsto discorsi. Una volta usciti dall’aeroporto, il Papa, il Grande Imam e il seguito sono saliti a bordo di un “mini van” per raggiungere il Mushrif Palace, residenza d’onore per gli ospiti illustri, come i Capi di Stato.
Sul volo papale – “Ieri mattina pioveva negli Emirati e la pioggia, rara in quei Paesi, è considerata un segno positivo: Speriamo che vada tutto così!”. Così il Papa, in volo verso Abu Dhabi, ha salutato i giornalisti che lo accompagnano nel viaggio. Francesco è stato introdotto dalle parole del direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, che ha detto: “Santo Padre, sembra ieri – era ieri – che eravamo sul volo di ritorno da Panama. Tra i tanti manifesti di accoglienza ce n’era uno della comunità musulmana di Panama che recitava: ‘Bienvenido Papà Francisco, hombre de Paz’. Con questo spirito credo che l’aspettino negli Emirati, come uomo di pace, per rafforzare il dialogo”. Francesco ha prima ringraziato per la loro presenza i giornalisti, quindi ha aggiunto: “Grazie per la vostra compagnia. Sarà un viaggio corto, breve. Oggi al mattino ho avuto la notizia che pioveva, ad Abu Dhabi: questo, in quel luogo, lo si considera un segno di benedizione. Speriamo vada tutto così. Grazie tante”. Ai giornalisti sono state donate dal Papa delle copie di un’icona fatta nel monastero di Bose: “È sul tema del dialogo tra i vecchi e i giovani. Ho tanto a cuore questo, e credo che sia una sfida per il nostro tempo”.
Sono in partenza per gli Emirati Arabi Uniti. Mi reco in quel Paese come fratello, per scrivere insieme una pagina di dialogo e percorrere insieme sentieri di pace. Pregate per me!
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 3 febbraio 2019
La partenza da Fiumicino – Prima dell’Angelus di ieri, a Santa Marta, Francesco ha incontrato un gruppo di una decina di persone di diversi Paesi mediorientali, cristiani e musulmani, accolti dall’Elemosineria Apostolica e dalla Comunità di Sant’Egidio. Un’ora dopo la recita dell’Angelus, la partenza: al suo arrivo a Fiumicino, il Papa ha visitato la struttura adibita all’assistenza di persone senza fissa dimora promossa dagli aeroporti di Roma. Al termine il Papa è salito a bordo di un aereo B777 dell’Alitalia che è decollato dall’aeroporto di Roma-Fiumicino alle ore 13.27, alla volta di Abu Dhabi.
Nel momento di lasciare il territorio italiano, Francesco – come di consueto – ha fatto pervenire al presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, un telegramma in cui scrive: “Nel momento in cui lascio Roma per recarmi negli Emirati Arabi Uniti, pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli, mi è caro rivolgere a lei, signor presidente, il mio deferente saluto, che accompagno con fervidi auspici di ogni bene per il caro popolo italiano”.
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