Il primo discorso del Viaggio Apostolico di Papa Francesco negli Emirati Arabi è stato pronunciato al Founder’s Memorial, ad Abu Dhabi. Le sue prime parole, di pace e gratitudine, le ha indirizzate al Principe ereditario e al Grande Imam. “La pace sia con voi!” ha detto, dopo aver ricevuto il loro saluto, e ha espresso riconoscenza a tutte le autorità civili e religiose per averlo accolto nel paese.
L’incontro interreligioso è iniziato alle 14.45 (ora di Roma). Bergoglio ha voluto sottolineare che questo suo viaggio, dalla grande rilevanza storica, si verifica trascorsi ottocento anni dall’incontro tra San Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil. La visita di un Papa nella Penisola araba è da considerarsi come grande “opportunità” per il conseguimento della pace. Ha puntualizzato di essere giunto ad Abu Dhabi come “credente assetato di pace“.
Gli uomini fratelli e figli dell’unico Creatore
La pace può essere perseguita se tutti gli uomini entrano “nell’arca della fratellanza“. Se ci si considera parte dell’unica grande famiglia umana, fratelli e sorelle, figli dell’unico “Creatore” di tutti, inquilini dell’unica “casa comune”, la pace diviene possibile. Lo sguardo di Dio, ha proseguito Francesco, è benevolente ed è “inclusivo”, non esclude e non fa preferenze. E condannando la violenza, soprattutto quella giustificata con la religione, ha detto che questa “è una grave profanazione del Nome di Dio”. Bergoglio, dunque, si è scagliato contro ogni forma di “individualismo”. E dopo aver ricordato che atteggiamenti discriminatori contrastano con la “vera religiosità” ha esaltato l’impegno degli Emirati Arabi “nel tollerare e garantire la libertà di culto, fronteggiando l’estremismo e l’odio”.
Coraggio dell’alterità, dialogo e preghiera
Papa Francesco ha dato, quindi, alcune indicazioni utili per la salvaguardia di questa fraternità tra gli uomini. Il primo ingrediente per la “custodia” della famiglia umana è la salvaguardia dell’altrui identità. Precisando, il Papa ha parlato di “coraggio dell’alterità” e di “pieno riconoscimento dell’altro”. Ingredienti indispensabili per preservare l’amicizia tra i popoli sono il “dialogo” sincero e senza finzioni e la “preghiera” che “purifica il cuore dal ripiegamento su di sé”.
Educazione e Giustizia ali della Pace
Bergoglio ha poi richiamato il logo dell’evento raffigurante la “colomba della pace”. Questa “per spiccare il volo ha bisogno di ali che la sostengano” ha detto Bergoglio e queste sono “educazione” e “giustizia”. In tema di “educazione” ha evidenziato, apprezzandolo, l’impegno degli Emirati Arabi. Incoraggiando le autorità del paese le ha spronate, anche per il futuro, a “formare identità aperte, capaci di vincere la tentazione di ripiegarsi su di sé e irrigidirsi”. In tema di “giustizia”, invece, ha rammentato che questa cammina a braccetto con la pace. Citando il profeta Isaia ha detto “Praticare la giustizia darà pace”.
Gli Emirati Arabi da “deserto” a luogo ospitale e accogliente
Nella parte finale del discorso, Papa Francesco ha evocato l’immagine del “deserto”. Lo ha fatto riferendosi all’ospitalità degli Emirati. Questo luogo geograficamente “inospitale” è divenuto luogo ospitale e di “incontro” tra le religioni. Grazie ad un’azione politica saggia e lungimirante gli Emirati sono divenuti “crocevia” tra Oriente e Occidente, e tra Nord e Sud del mondo. Anche tanti cristiani, qui, hanno trovato una terra ricca di opportunità e lavoro. E qui possono godere, ha ricordato Bergoglio, di “rispetto” e “tolleranza”. Poi ha auspicato che questo modello di società “tollerante” venga applicato anche altrove. Sono auspicabili “società dove persone di diverse religioni abbiano il medesimo diritto di cittadinanza”.
Alla fine del suo discorso il Papa ha salutato il Principe ereditario e accompagnato dal Grande Imam ha imboccato la strada del ritorno alla propria residenza. Prima della cena all’Al Mushrif Palace Francesco ha salutato la famiglia del Principe ereditario che lo attendeva nel salone al piano terra.
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