C’è il rischio di tornare in libertà senza, però, tornare “davvero liberi”. Lo ha detto il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de l’Aquila, rivolgendosi agli ospiti della casa di Casa di reclusione di Roma Rebibbia. Il prelato ha preso parte all’incontro, tenutosi stamane all’istituto penitenziario, per la presentazione del volumetto “Paura della Libertà”.
Il libro in questione contiene molteplici testimonianze raccolte nello stesso istituto penitenziario. Per la quarta volta, i detenuti si raccontano e cercano, attraverso la scrittura autobiografica, di porgere al lettore “una lezione di vita, distillata in anni di sofferenza espiatrice”. Lo scrive il cardinale Petrocchi nella prefazione al libro, da lui firmata. E prosegue assicurando che il testo è uno strumento importante per “esplorare il mistero del cuore umano, in cui si riflette sempre qualche raggio della bellezza di Dio”. Nella stessa prefazione, poi, Petrocchi ringrazia il “team” che ha permesso di raccogliere queste pagine dense sul tema della “libertà”.
mons. Dario Viganò, abbandonare “rabbia” e “rancore”
I collaboratori e redattori erano tutti presenti alla cerimonia di presentazione del libro, e tra questi mons. Dario Edoardo Viganò, che può essere annoverato tra gli “amici” di questa e altre case di reclusione. L’Assessore al Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede è tra i sostenitori più vivaci di parecchie iniziative nell’ambito della pastorale carceraria. Una tra queste “Il Vangelo dentro”, una trasmissione di Radio Vaticana, in onda nei tempi forti del tempo liturgico, l’anno scorso. Nel programma radiofonico, condotto da Davide Dionisi, i detenuti di Paliano (Frosinone) e Rebibbia (Roma) potevano commentare il Vangelo del giorno, aggiungendo note autobiografiche, e raccontando la loro vita.
Anche in quest’occasione, don Dario Viganò ha potuto prendere la parola. Parlando a braccio, sul tema della “libertà”, ha esortato prendere le distanze da “rabbia” e “rancore“. Anche nella sua prefazione al volume ha esortato di detenuti al “perdono“. Riprendendo le parole di Papa Francesco, ha aggiunto “il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore”.
Paura della Libertà. Si vince con fede in Dio
L’evento di stamattina, è stato occasione utile per ringraziare l’ex direttore dell’istituto di Rebibbia, il dott. Stefano Ricca per l’impegno profuso negli anni di servizio. Commosso, ha salutato i colleghi e gli ospiti della casa in cui ha trascorso tanti anni con spirito di dedizione. “Può apparire incredibile”, ha detto, che persone che vivono in uno stato di detenzione hanno paura di riappropriarsi della “libertà“. Eppure, ciò che accadrà una volta scontata la pena rappresenta veramente un “timore” in molti.
La “paura” di ritornare ad un mondo ormai dimenticato, in effetti, è il sentimento che accomuna gli autori di “Paura della Libertà”. Suor Emma Zordan, volontaria nella casa di reclusione di Rebibbia, è l’ideatrice di questa “antologia”. “Cosa farete una volta scontata la pena?” è l’interrogativo che la religiosa spesso rivolge agli “amici” di Rebibbia. La risposta, ora, può essere letta tra le pagine di questo opuscolo. E tra le righe possiamo anche trovare la “fede” di chi cerca di aggrapparsi a Dio per trovare in Lui la forza di cambiare vita e percorrere una strada più luminosa.
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