
“L’intera umanità, è in grave difficoltà”. E “le nuove tecnologie” condizionano pesantemente la qualità dei nostri legami. Parole queste, inviate da Papa Francesco al vescovo Vincenzo Paglia. L’11 Febbraio di quest’anno ricorre il 25° anniversario della fondazione della Pontificia Accademia per la Vita. Ed ecco perchè Bergoglio ha deciso di scrivere al presidente Paglia. In una lettera commemora la storia della Pontificia Accademia, ne riconferma l’impegno e ne indirizza il futuro. Tra l’altro, dal 25 al 27 Febbraio, in Vaticano, si terrà un’assemblea su “Roboetica. Persone, macchine e salute“.
L’attenzione del Papa è rivolta principalmente al “creato” e all’umanità che lo abita. Lo ha chiarito il vescovo Paglia, durante la conferenza per i giornalisti che si è tenuta stamane nella Sala Stampa della Santa Sede. Il titolo della lettera “Humana communitas” anticipa il cuore delle argomentazioni di Bergoglio. Egli auspica una cura della nostra “casa comune”, il pianeta terra. E occorre, anche, premura per chi abita questa casa, per la “famiglia umana nella sua interessa”, visti gli enormi progressi che si registrano in ambito tecnologico.
Le nuove tecnologie minano la fratellanza universale
“Nella Lettera appare chiaramente l’attenzione del papa al grido che si leva dalla sofferenza dei popoli” ha sottolineato il presidente della Pontificia Accademia per la vita. I cristiani dovrebbero contribuire ad edificare quella fratellanza universale, in un mondo dove invece le “tecnoscienze” alimentano “diseguaglianze”. Scrive il Papa: è diverso “sentirsi costretti a vivere insieme” dall’apprezzare piuttosto “la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune”. Questa indifferenza per la “comunità” è una vera e propria cultura ormai preponderante. Questa sorta di individualismo nasconde anche un paradosso. Le nuove tecnologie che dovrebbero costituire una “risorsa” per la cura della “casa comune” sono causa invece delle “nostre divisioni più aggressive”.
Il passato e il futuro della Pontificia Accademia per la Vita
Nella lettera, Papa Francesco, esamina l’attività della Pontificia Accademia, sin dalla sua istituzione. Voluta da Giovanni Paolo II, nacque nel 1994 con il Motu Proprio “Vitae Mysterium”. Cosi, i contributi scientifici dell’Accademia in questi venticinque anni, per garantire il “bene integrale della persona umana” e per la tutela della vita, sono stati significativi. Lo ha ricordato Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia, commentando la lettera del Papa durante la stessa conferenza stampa. Grandi contributi sono stati offerti soprattutto in tema tutela della vita nascente e della vita morente. Questa tutela della vita, nei tempi odierni, consiste soprattutto nel cercare di “ritrovare l’equilibrio originario della Creazione tra la persona umana e l’intero universo”. Lo ha precisato mons. Pegoraro che ha poi elencato i più recenti studi.
L’impegno futuro della Pontificia Accademia, per volontà del Papa, è sul fronte della varie tecnologie “emergenti e convergenti”. Bergoglio cita le biotecnologie, le nanotecnologie, l’intelligenza artificiale e la robotica e le tecnologie che supportano l’informazione.
Avvalendosi delle nuove tecnologie e dopo i nuovi progressi della scienza, è oggi possibile intervenire sulla materia vivente per potenziarla. Lo stesso può essere fatto sul corpo umano. Proprio per questo bisogna tenere alta la guardia e vigilare perchè non venga mai sminuita la “dignità” della persona umana.
Il vescovo Vincenzo Paglia ha ricordato che oggi il rischio è quello del “riduzionismo” di ciò che è umano o addirittura quella della “sostituzione” di ciò che è umano. Ha quindi avvertito che questa “utopia tecnocratica” può garantire e assicurare un “potenziamento funzionale” può sfuggire al nostro completo controllo. Di questo processo “ci immaginiamo padroni, mentre ne diventiamo schiavi”.
Arduo dunque il compito della Pontificia Accademia in questo contesto. I suoi 151 membri, scienziati teologi e ricercatori, hanno il dovere di comprendere in che modo i “ritrovati della scienza e della tecnica incidono sulla nostra umanità”. E debbono continuare ad adoperarsi per garantire la dignità di ogni persona e di tutte le popolazioni che abitano il pianeta.
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