Continua il ciclo delle catechesi sull’Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Gaudete et Exsultate” tenute dal cardinale vicario di Roma, Angelo de Donatis. Ieri, 12 Novembre, la riflessione sul tema: “A chi sta scomoda la santità?”, nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Con il testo, composto da cinque capitoli e 177 paragrafi, e divulgato nell’Aprile scorso, il Papa ha voluto ricordare che la santità non è qualcosa che riguarda solo coloro che sono beatificati o canonizzati. La chiamata di Dio, è universale, per il popolo intero. In tutte le situazioni della nostra vita quotidiana possiamo rispondere o porre un rifiuto all’appello di Dio.
Lo schema dell’incontro. L’incontro, come il precedente intitolato, invece, “I Santi di tutti i giorni”, è stato aperto da un canto. Poi la lettura dell’Esortazione Apostolica fatta dagli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma e anche piccoli intervalli musicali a cura del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma.
Il messaggio. Ad ascoltare le parole del cardinale erano presenti anche ieri, sia laici che consacrati, che hanno gremito la basilica: «La santità implica un cammino autentico di conversione e una trasformazione di vita radicale che non ci deve spaventare, lasciandoci nelle nostre comodità sterili e spesso pericolose, perché Dio, che vuole dare forma e armonia alla nostra esistenza, ce ne tira fuori con il suo amore che è insieme motore, ragione e meta».
De Donatis ha quindi considerato «cosa fare per aumentare la vigilanza contro le due eresie dei primi secoli del cristianesimo considerate dal Papa attuali: gnosticismo e pelagianesimo». Entrambe dominate dall’«io», sono «falsificazioni della santità».
Nel primo caso si crede a una dottrina e non all’incontro con una persona. Nuovo pelagiano è invece «chi assolutizza la propria esperienza di fede dimenticando che tutto dipende da Dio e dalla sua azione misericordiosa» piuttosto. Per loro «la fede è il frutto di uno sforzo personale, mentre il Vangelo mette al centro il primato dell’amore di Dio nelle cui mani dobbiamo arrenderci fiduciosi».
Mons. Marco Frisina, rettore della basilica di santa Cecilia in Trastevere, che affianca il cardinale nel percorso di catechesi, illustrando la vita dei santi e dei beati, ha ripercorso ieri la vita di sant’Alfonso de’ Liguori. Mons. Frisina ha ricordato che nella Napoli del XVIII sec., il santo Alfonso ha reso il messaggio del Vangelo semplice e accessibile vincendo le “tendenze gianseniste del tempo secondo le quali, come per gnostici e pelagiani, soltanto coloro che erano perfetti potevano salvarsi.
La catechesi sarà trasmessa da Telepace lunedì alle 21.
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