“Un tempo di consolazione e di speranza, proprio attraverso il lavoro impegnativo e anche faticoso”. Così il Papa, ha definito il Sinodo nell’Angelus pronunciato al termine della Messa di chiusura dell’Assemblea. “Lo è stato anzitutto come momento di ascolto – ha aggiunto il pontefice parlando dal Palazzo apostolico -. Ascoltare infatti richiede tempo, attenzione, apertura della mente e del cuore. Ma questo impegno si trasformava ogni giorno in consolazione, soprattutto perché avevamo in mezzo a noi la presenza vivace e stimolante dei giovani, con le loro storie e i loro contributi”.
La realtà dei giovani nel Sinodo. Papa Francesco ha segnalato che, “attraverso le testimonianze dei Padri sinodali, la realtà multiforme delle nuove generazioni è entrata nel Sinodo, per così dire, da tutte le parti”. Quindi, il pontefice ha tracciato un bilancio: “Con questo atteggiamento fondamentale di ascolto, abbiamo cercato di leggere la realtà, di cogliere i segni di questi nostri tempi”. Quello fatto è stato “un discernimento comunitario”, “alla luce della Parola di Dio e dello Spirito Santo”. “Questo è uno dei doni più belli che il Signore fa alla Chiesa cattolica, cioè quello di raccogliere voci e volti dalle realtà più varie e così poter tentare un’interpretazione che tenga conto della ricchezza e della complessità dei fenomeni, sempre alla luce del Vangelo”.
“Camminare insieme attraverso tante sfide”. Ripercorrendo i giorni del Sinodo, il Papa ha ricordato che “ci siamo confrontati su come camminare insieme attraverso tante sfide, quali il mondo digitale, il fenomeno delle migrazioni, il senso del corpo e della sessualità, il dramma delle guerre e della violenza”. “I frutti di questo lavoro stanno già ‘fermentando’, come fa il succo dell’uva nelle botti dopo la vendemmia”, ha assicurato il Papa. “Il Sinodo dei giovani è stato una buona vendemmia, e promette del buon vino. Ma vorrei dire che il primo frutto di questa Assemblea sinodale dovrebbe stare proprio nell’esempio di un metodo che si è cercato di seguire, fin dalla fase preparatoria. Uno stile sinodale che non ha come obiettivo principale la stesura di un documento, che pure è prezioso e utile. Più del documento però è importante che si diffonda un modo di essere e lavorare insieme, giovani e anziani, nell’ascolto e nel discernimento, per giungere a scelte pastorali rispondenti alla realtà”.
La consegna finale. Infine, dal Papa una consegna rivolta a tutti: “Portare avanti quanto sperimentato, senza paura, nella vita ordinaria delle comunità”. “Lo Spirito Santo faccia crescere, con la sua sapiente fantasia, i frutti del nostro lavoro, per continuare a camminare insieme con i giovani del mondo intero”.
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