Per oggi la congregazione dell’assemblea sinodale è sospesa, e si lavora alla redazione del documento finale. I giovani iracheni hanno mandato un video al Santo Padre ringraziandolo per la sua vicinanza alle loro sofferenze. In sala stampa Henriette Camara, scout dalla Guinea, ha raccontato che al Sinodo si è sentita veramente a casa. L’attenzione di Papa Francesco e dei Padri è buona, e tra noi giovani, ha detto, abbiamo formato un gruppo unito e commovente. Abbiamo potuto esprimere ciò che sentiamo nei nostri cuori.
Sono i giovani i meglio equipaggiati ad evangelizzare i loro coetanei, ha evidenziato Mons. Frank Caggiano, Vescovo di Bridgeport (Stati Uniti): il documento che riceveremo domani e che sarà approvato è tentativo di rivolgersi a livello globale: le esperienze nelle diverse aree geografiche sono molto diverse, per questo la traduzione di ciò che viene scritto qui, spetta alle chiese locali e alle diocesi, a loro passa il testimone…
Mons. Paolo Bizzeti, Vicario Apostolico di Anatolia, (Turchia) ha rilevato come la Chiesa abbia il quadro più completo della realtà giovanile nel mondo. E si è domandato con rammarico: come possiamo parlare di fede e discernimento quando in tantissimi non hanno possibilità di scegliere, ma devono lottare per la sopravvivenza.
Abbiamo creato un mondo dove i giovani fanno fatica a inserirsi… ha detto, spiegando come il lavoro del Sinodo abbia messo in luce problematiche enormi, a volte trasversali, che ci hanno messo a contatto e a conoscenza con molte difficoltà, le più diverse. D’altra parte, Abbiamo sentito che tutti siamo pastori con il gregge…
“E’ importante superare uno sguardo eurocentrico, occidentale”, ha notato il Rettore Maggiore dei Salesiani; “la chiesa è di tutti i colori e tutte le lingue. Il messaggio fondamentale è per tutto il mondo e non solo per noi che siamo qui… Padre ha evidenziato come c’è mancanza di maternità e paternità anche nelle famiglie, e migliaia di ragazzi che soffrono di questa mancanza… la chiesa deve saper rispondere a questo”.
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