“La famiglia è il primario agente dello sviluppo sostenibile e quindi un modello di riferimento per la comunione e la solidarietà tra le nazioni e le istituzioni internazionali”. Lo ha ribadito mons. Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Onu a New York, intervenendo a un dibattito all’Assemblea generale sullo sradicamento della povertà.
Il presule ha sottolineato come “politiche favorevoli alla famiglia contribuiscano efficacemente al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo” fissati dall’Agenda 2030 e alla promozione di società pacifiche. Il delegato vaticano si è, quindi, soffermato sull’importanza di “un’attenzione condivisa per la famiglia e i suoi membri che – ha detto – è un sicuro contributo alla riduzione della povertà”, alla promozione della parità di genere, al miglioramento dell’equilibrio tra famiglia, lavoro e riposo e alla solidarietà intergenerazionale. Mons. Auza ha auspicato una maggiore collaborazione tra le nazioni nella lotta alla povertà e, in particolare, nel sostegno dei Paesi ricchi ai programmi di sviluppo in quelli più poveri. “Allo stesso tempo – ha però ammonito – gli Stati e le organizzazioni internazionali non dovrebbero utilizzare l’assistenza economica internazionale o i programmi di sviluppo per fare pressione su altri Stati e organizzazioni affinché adottino politiche che minano i fondamenti etici e culturali della loro società”.
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